Gli album italiani sperimentali (parte 2)
Non è facile stabilire i dischi italiani sperimentali... Ma sappiamo per certo, che ne esistono molti. Album da ascoltare, studiare, capire, amare! E sì, non è facile parlare di tutti questi album ma so per certo che meritano comunque di essere menzionati... E quindi perché non farlo? Iniziamo!
Ornella Vanoni, Toquinho & Vinicius De Moraes - La Voglia, La Pazzia, L'incoscienza, L'allegria (1976)
Questo album è considerato come uno dei capolavori e uno dei capisaldi della musica italiana... Non vedo bugie. Ornella Vanoni ha sempre nutrito un profondo amore per la musica sperimentale, e per la samba in particolare... Genere che ogni tanto ha portato nei suoi album. Così, grazie all'aiuto dei signori che ho nominato nel titolo, si è messa di buona volontà per realizzare una rilettura di alcune musiche brasiliane. Tutto l'album è stato inciso in presa diretta, e mantiene una certa continuità... Un filo conduttore che fa sembrare il disco come un'unica traccia musicale, dato che non è inframmezzato da pause. La bossa nova in Italia non era ancora così diffusa, e infatti questo disco ha ampiamente rappresentato una rivoluzione nella musica italiana... Difatti è considerato come uno dei dischi italiani più belli di sempre (Rolling Stone lo ha inserito nella classifica dei 100 migliori album) ed è tuttora uno dei capisaldi della musica italiana!
Lucio Battisti - Anima Latina (1974)
È difficilissimo menzionare l'album più sperimentale di Battisti... Lo sappiamo tutti. Eppure forse abbiamo un vincitore! Sto parlando di Anima Latina che è considerato da sempre come un grandissimo spartiacque tra il passato, il presente e il futuro della musica italiana. Battisti ha preso in mano la sua voglia di sperimentare, dopo aver compiuto in viaggio in America Latina. Ma perché è così importante? Perché Battisti ha unito la musica latina (le sue maggiori atmosfere principali) a delle sonorità progressive rock... Prima ancora di Santana e di molti altri artisti. Questa fusione ha creato qualcosa di nuovo (all'epoca non c'erano dischi così azzardati) e la maggior parte delle canzoni contiene solo parti strumentali, e i testi sono stati ridotti al minimo... Un azzardo. Il disco ha avuto sì un ottimo successo, ma è stato spesso sottovalutato per molti anni. Tuttavia nel tempo è stato considerato come uno dei dischi più belli della musica italiana, e gli sono state riconosciute le sue doti rivoluzionarie... Meglio tardi che mai!
Milva - Milva e Dintorni (1982)
La scorsa volta (per la classifica italiana dei dischi anni '80) ho definito Milva e Giuni Russo, come le due versioni femminili di Franco Battiato... A ragion veduta direi. Non so dire quale sia il disco migliore di Milva perchè non li ho ascoltati tutti, ma penso che a mani basse vincerebbe questo qui. Milva è sempre stata un'icona della musica italiana, e una delle artiste italiane più famose nel mondo (soprattutto in Germania) e in questo album c'è una sperimentazione folle della new wave... E infatti Alexander Platz per esempio, è stata riscritta da Battiato che ha curato gran parte della stesura delle canzoni. Milva e Dintorni è stato anch'esso importante per la musica italiana, e ha dimostrato ancora una volta cosa può e cosa sa fare Milva... E sì, anche questo è da ascoltare assolutamente!
Giuni Russo - Mediterranea (1984)
L'ho scritto prima: insieme a Milva, lei è stata la versione femminile di Battiato. Ma vogliamo parlare di questo album? Onestamente, negli anni '80 un disco così era previsto? Secondo me no. Tralasciando l'immenso talento vocale della sua interprete (considerato ovviamente notevole) Mediterranea si affaccia su sonorità elettroniche e pop, con una coerenza che si protrae per tutto il disco. E se la canzone omonima non vi basta più, allora ascoltatelo per intero... Giuni Russo è da capire, ascoltare e ammirare. Mediterranea è un album eccezionale! C'è poco da dire!
Vi aspetto con una terza parte... A giorni!!!





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