Lucio Battisti - Hegel (1994)


Nel 1994 è uscito il ventesimo e ahimè ultimo album del re della musica italiana sotto ogni sua forma: Lucio Battisiti. Come ben sappiamo 14 anni prima ha interrotto il suo sodalizio artistico con Mogol per poi collaborare con Panella dal 1982.

Questo album è ancora una volta diverso a come Battisti ci ha abituati per anni dato che qui vi sono brani dance-pop, funk, e con varie velature di R&B. L'intero progetto è stato pubblicato senza molta promozione da Battisti stesso, dato che come ben sappiamo, ha diradato per anni le sue esibizioni pubbliche per poi ritirarsi definitivamente.

Ma veniamo al disco: se parliamo del Lucio nazionale quali album citiamo sempre? Praticamente la produzione Mogol e in pochi veramente nominano qualcosa che non sia Anima Latina o Una Donna Per Amico... il che fa capire come Battisti (fortunatamente non per tutti) sia solo quello del maestro Rapetti.

L'album dimostra ancora una volta che lui poteva perfino campare di rendita o scegliere di rinnovarsi senza dover dimostrare più nulla ed effettivamente ha fatto proprio questo: rinnovarsi ma al tempo stesso non dimostrare niente perchè il trono è suo e la storia parla da sola.

Il titolo del disco si rifà al filosofo George Wilhelm Friedrich Hegel, filosofo rappresentato come il filosofo più rappresentativo dell'idealismo tedesco, e questa filosofia un p0' si sente nei testi del disco che lo rendono ballabile, esaustivo, frenetico e decisamente strano se pensiamo al suo passato musicale. Ma ahimè questo grosso rischio musicale con arrangiamenti synth-pop, eurodance, funk non convince molto il pubblico rispetto alle sue precedenti pubblicazioni del periodo Panella.

Nonostante una top 10, il disco risulterà solo come il cinquantaseiesimo disco più venduto in Italia... un risultato decisamente sottotono rispetto ai precedenti. Sarà forse per i testi meno immediati, per le melodie che non ci si aspetta da Battisti, ma questo disco è sicuramente (e direi ingiustamente) sottovalutato e dopo quasi 29 anni lo è ancora.

Curiosamente al tempo stesso nonostante l'insuccesso, ha comunque fatto conoscere il suo genio musicale a chi magari in quegli anni sapeva poco e niente di lui... ma trovo comunque ingiusto che un cambio di genere, melodie e testi, gli abbia alienato un po' il pubblico... anche perchè quante volte ha cambiato pelle? Tante volte! Ma se idolatriamo magari cose peggiori, perchè Hegel sarebbe da cestinare? Forse bisognerebbe un attimo staccarsi dall'immagine che si ha di lui, e bisognerebbe vederlo anche sotto questa luce.

Un'ultima curiosità: la copertina porta la lettera E che secondo varie interpretazioni potrebbe significare end, cioè fine... e se pensiamo a cosa è successo 4 anni dopo, forse ha senso.

Tracce migliori: Hegel, Tubinga, Almeno L'inizio, Estetica, La Voce Del Viso.

Vi consiglio di mettere da parte luoghi comuni su Battisti perchè quando lui sperimentava e lo osannavano tutti, era già qualcuno che sapeva cogliere le sfumature della musica.

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