Donatella Rettore - Kamikaze Rock 'n' Roll Suicide (1982)


Negli anni '80 c'è stata in Italia una rivoluzione musicale pazzesca e soprattutto senza precedenti. E tra queste rivoluzioni troviamo anche quella messa in atto, da Donatella Rettore con un capolavoro storico del 1982 ovvero Kamikaze Rock 'n' Roll Suicide.

Sappiamo perfettamente che la Rettore è sempre stata fuori dagli schemi per la sua personalità irriverente, e per il fatto di aver rivoluzionato la musica italiana con le sue attitudini e le sue sonorità punk rock... Ma in Italia ha avuto il coraggio di portare in scena un album col concetto del suicidio, che è a tutti gli effetti una scelta ultra coraggiosa... Ma vediamo cosa l'ha portata alla realizzazione di questo album.

Grazie al suo marito dell'epoca ovvero Claudio Rego, decide di sfidare apertamente i clichè della musica italiana creando un album punk-rock dalle produzioni eccellenti. Le sonorità punk e new wave fanno da contorno al tema del suicidio e il tema principale, prende spunto dalla filosofia giapponese, che si basa sull'atto commesso per motivi di onore (soprattutto dei kamikaze nipponici) ed erano atti di suicidio in cui durante la seconda guerra mondiale, avevano l'abitudine di lanciarsi con i propri aerei contro i loro nemici.

La copertina richiama un po' questo concetto e raffigura la Rettore seduta su alcuni pneumatici mentre alle sue spalle troviamo un aereo insieme ad un'esplosione kamikaze insieme a fumi e rottami. I caratteri giapponesi sul lato destro della copertina, indicano il suo nome in giapponese mentre sul retro, troviamo la scritta "Le mie annotazioni" in cui ha annotato le sue esperienze nel Giappone tramite vari appunti che hanno ispirato la composizione del progetto.

Tutte le canzoni dal punto di vista autoriale, fanno da veicolo per raccontare queste filosofie suicide giapponesi e anche le sonorità richiamano il Sol Levante. Un richiamo lampante è senza dubbio Sayonara insieme a gran parte della prima metà del disco. In questa canzone rock-punk in cui troviamo rombi e botti, vi è una filastrocca nipponica dove è presente anche una delle sue migliori interpretazioni musicali. Karariri invece tratta sempre dell'argomento sopracitato, ma con atmosfere più crude e che mostra il percorso di tale atto con paradossi e spiegazioni precise dell'atto di togliersi la vita.

Ma il vero simbolo del disco (oltretutto primo singolo ufficiale) è Lamette. Questo singolo per l'epoca non solo era molto avanti ma è stato piuttosto controverso in cui gioca sul concetto dell'autolesionismo in una sorta di danza new wave quasi macabra e strafottente. Il singolo nonostante le numerose controversie, è diventato uno dei suoi cavalli di battaglia... E diciamolo, è sempre stato un brano troppo avanti per l'Italia. Ma il disco è pieno di brani di umorismo nero come per esempio Garage in cui ironizza sull'aspetto fisico e sull'argomento delle violenze fisiche e psicologiche... Un brano che praticamente oggi verrebbe censurato alla grande per via del politicamente corretto.

Questo disco è riuscito a vendere anche se in maniera differente rispetto ai dischi precedenti ma è comunque uno dei suoi dischi più amati e mi permetto di dire che è un autentico capolavoro che l'Italia non ha mai realmente capito. Per l'epoca era troppo avanti e avrebbe certamente meritato più attenzione, riuscendo a diventare uno dei classici del suo repertorio. Perchè se penso a brani folli come Sayonara, Lamette, Sangue Del Mio Sangue, mi rendo conto che un Paese come il nostro non è mai stato davvero pronto nè per la Rettore, nè per un disco concettuale sul suicidio con filosofie giapponesi, sapientemente raccontate... Praticamente un progetto coraggioso che ha saputo rivoluzionare la musica italiana.

La Rettore con questo album ha riconfermato il suo status di modello per un'intera generazione oltre che lo status di icona punk italiana. Creare un disco sul suicidio con certi argomenti trattati con ironia e coraggio, per l'Italia è stato un rischio che solo chi ha davvero voglia di sperimentare può permettersi di realizzare. Trovatemi un difetto in questo album... Perchè onestamente non ne trovo nemmeno uno. Qui c'è umorismo nero, c'è la voglia di raccontare storie crude, c'è il coraggio, c'è sperimentazione e rivoluzione... E se volete davvero acculturarvi, allora fatevi un regalo e ascoltate questo capolavoro di un'icona della musica italiana, ribelle e sfacciata che solo per il suo coraggio andrebbe premiata.

Canzoni migliori: Sayonara, Lamette, Sangue Del Mio Sangue, Oblio, Garage, Giulietta, Karakiri.

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