Edoardo Bennato - I Buoni e I Cattivi (1974)
Proprio nei primi anni '70, in Italia si stava affacciando un grande cantautore e musicista italiano ovvero Edoardo Bennato. Ed esattamente 50 anni fa, ha pubblicato il suo secondo album che è entrato di diritto nella storia della musica italiana... Sto parlando di I Buoni e I Cattivi, che è uscito nel 1974, ed è considerato uno dei capisaldi della musica italiana.
Nei primi anni '70 infatti, Edoardo Bennato ha cercato in tutti i modi di farsi notare nella musica italiana, cercando di ottenere successo perfino trasferendosi a Milano per essere poi scritturato da Mogol per la casa discografica Numero 1, ma senza un grande esito. Tuttavia la fortuna ha bussato alla sua porta, quando Sandro Colombini (che ha avuto una lite con Mogol) ha scoperto del talento in lui, e ha deciso di portarlo dalla sua parte.
Il motivo principale per cui ci si ricorda questo album, è soprattutto il concetto che unisce l'intero album. Il titolo infatti, esprime quell'enorme difficoltà nel riuscire a capire cosa sia giusto o sbagliato (il bene e il male) e si parla anche della necessità nella vita, di semplificarla per riuscire a capire chi è davvero buono, o davvero cattivo.
Infatti tramite i pezzi del disco, riesce a fare alcune importanti distinzioni. Esempio lampante, è un pezzo in particolare ovvero: Arrivano I Buoni, che pur dichiarandosi buoni, non è detto che lo siano per davvero e usano ogni scusa per ottenere ciò che vogliono. Dice perfino che chi diventa presidente della Repubblica può essere buono, ma chissà se farà mai qualcosa di buono. Fa un palese riferimento a Giovanni Leone (presidente della Repubblica dal 1971) che secondo lui, costringeva i giovani ad accettare ogni autorità.
La copertina rafforza l'anima dei pezzi, dato che mostra due carabinieri di spalle (Bennato e Raffaele Cascone (conduttore radiofonico dell'epoca che poi diventerà protagonista del pezzo Venderò) che sono ammanettati che rappresentano due figure: agenti di ordine (carabinieri) e di disordine (delinquenti). L'intera produzione è stata affidata, ad Alessandro Colombini. Proprio sulla copertina e sul contenuto, ha aggiunto:"I Buoni e i Cattivi” è questo, un album che si permette di ironizzare sul Presidente, sul Papa (in realtà Affacciati Affacciati’ sarà sul successivo), sull’ordine costituito, e forse non è un caso che in questi giorni ci sia una trasmissione tv che si chiama così, che uno dei miei “allievi” – o almeno lui dice che ha cominciato a suonare perché è stato colpito da quando arrivai a Modena, dove faceva il dj – è partito da questi presupposti; ecco, Vasco Rossi non avrebbe fatto a distanza di 35 anni un album Buoni O Cattivi." Faccio notare che l'esempio di Vasco, risale ad un'intervista fatta anni dopo.
Il progetto lo si ricorda per un altro importante motivo... Infatti è stato uno dei primi album italiani, a portare il punk in Italia. Nonostante le sonorità blues e rock, troviamo anche varie sfumature di punk.
Sulla scelta di fare questo genere musicale, si è espresso così:"Quindi riflettiamo, come è possibile che questo imbecille di Bennato nel 1973 osi anticipare il punk che poi è arrivato anni dopo? Dall’Italia, stranamente, da questo posto di merda ai confini dell’Impero anglo-americano nel ‘73 arriva una cosa punk. Perché io fui costretto a fare una cosa punk? Perché dopo nove anni di gavetta il primo album non aveva sortito nessun effetto, la Ricordi mi aveva licenziato. Ma te l’immagini? Io faccio nove anni di gavetta, Milano Roma, Micocci la Maionchi, Battisti, apprendistato, giusto? Benissimo, poi faccio Non Farti Cadere Le Braccia.. Tutto questo è propedeutico a Buoni E Cattivi, non è che sto parlando a vanvera, non è che sto menando il can per l’aia."
Successivamente a questo sfogo ha aggiunto:"È per questo che io feci i pezzi punk, perché fortunatamente ero stato in Inghilterra e avevo visto le one man band che suonavano di fronte alle code che si formavano nelle piazze e quindi avevo il tamburello a pedale, mi ero costruito questo attrezzo che serve per suonare armonica e kazoo contemporaneamente alla chitarra, in rame, me lo costruì un fabbro nella ridente località di Lovere sul lago di Iseo, e quindi mi giocai questa ultima carta. Dopo 9 anni di gavetta mi avevano dato il benservito, la carriera era finita, basta, chiuso, avevo l’Università di riserva, ma…mi giocai l’ultima carta – per rispondere alla tua domanda iniziale – di fronte alla Rai, alle spalle il bar Vanni, c’è un marciapiede, il momento focale fu lì. Passarono dei giornalisti di Ciao 2001, che in quel momento era il vangelo: ragazzini, Manuel Insolera, Enzo Caffarelli, passarono di là e io facevo questi pezzi punk, Arrivano i Buoni, Salviamo Il Salvabile, Ma Che Bella Città, Affacciati Affacciati …cattivi. Punk."
Quando gli è stato fatto notare che a tutti gli effetti, questo album ha portato questo genere, si è tolto qualche sassolino dalla scarpa durante un'intervista, in cui ha sottolineato che ciò che si fa in Italia che sia rock o punk, non spesso viene riconosciuto. Si è sfogato così:"I Buoni e i Cattivi” è scarno, ruvido, tamburello, sfottò, forse è il primo album punk italiano. Anticipa quello che verrà. Tutto quello che scriviamo e facciamo in Italia non fa parte della musica rock. Se io nel 1980 faccio due album che escono insieme a distanza di 20 giorni tutto questo non viene messo nella storia della musica rock, capisci cosa voglio dire? Se dopo 12 anni lo fa Bruce Springsteen allora vale, questo intendo dirti. Però, anche ammesso e non concesso che questo che ti sto dicendo abbia un senso, a maggior ragione se capita che io faccio il Pistoia con B.B. King e Jeff ma perché nascondere anche quello, visto che siamo nascosti a priori."
Prima di continuare, questi stralci di intervista appartengono ad un'intervista fatti anni dopo, che spiega al meglio la natura del progetto.
Se volete anche una spiegazione più approfondita in merito al titolo, vi lascio questo riferimento:"I Buoni e i Cattivi, un concept ispirato da un libro di Italo Calvino, “Il Visconte Dimezzato”, romanzo fantastico ambientato nel ‘600 nel quale il Visconte Medardo di Terralba viene tagliato in due da una cannonata: una parte buona e una parte cattiva, che alla fine dopo strenuo duello per la bella Pamela vengono ricomposte in un uomo che non è né buono, né cattivo. Dipende. Metafora che chiarisce tutto, perché tutto può essere capovolto, e nel mondo di Bennato lo è."
I singoli (i primi) che hanno anticipato il progetto sono stati: Salviamo Il Salvabile, e Ma Che Bella Città. Entrambi i pezzi hanno sfumature punk, e nonostante il poco successo, sono riconosciuti come due dei cavalli di battaglia del suo repertorio. Il testo del primo singolo, parla della bellezza del mondo, e dell'urgenza di difendere le diversità. Il secondo invece, parla di alcuni problemi legati al modo di pensare della società. Fa un duro attacco verso i dissenzienti, i dubbiosi, filo-russi, eccetera.
Vi lascio un'importante significato legato al pezzo La Bandiera che è stato spiegato anni dopo:"Anch’io ho notato è quanto attuale è La Bandiera. L’estremismo, il campanilismo, le curve, i sovranisti, la gente che odia la gente che non sventola la sua bandiera. Gli anni ‘70 erano fatti di confronti duri, fasci e compagni, Guelfi e Ghibellini di ogni tipo. Siamo di nuovo dove eravamo negli anni ‘70. La politica, i social hanno creato gli stessi ambienti di confronti durissimi, di bandiere, di 45 anni fa. È un album di una attualità sconcertante, è un album che potresti fare adesso, anzi perché non lo fai live per intero che va tanto di moda? ".
Il disco è stato infine pubblicato il 30 Luglio 1974, ed è stato ampiamente apprezzato dalla critica che lo ha definito come uno dei migliori dischi della musica italiana, ed è considerato uno dei capisaldi del genere. Infatti nel 2012 Rolling Stone, ha inserito il disco alla posizione numero 13 della classifica dei 100 dischi italiani più belli di sempre. Vi posso solo dire di ascoltarlo da cima a fondo... Non c'è un solo pezzo da consigliare, ma va consigliato tutto l'album.
Commenti
Posta un commento